sabato 2 gennaio 2010

L’utilità pubblica non c’è la devastazione ambientale si

Decido di pubblicare questo testo da me scritto alcuni mesi fa. Forse dopo molti interventi e prese di posizione dei tanti oppositori al progetto e dei pochi ma “al potere” fautori, è un contributo relativo ma da cittadino adottivo di Cisternino e dopo aver costruito una nuova iniziativa della mia vita (come molti da queste parti) e dedicandomi a valorizzare il territorio e il turismo di qualità rispettoso dell’ambiente e della cultura penso sia venuto il momento di sottolineare una posizione nettamente contraria alle attuali decisioni incoscienti e irresponsabili delle amministrazioni locali.
Alberto Vannetti


L’utilità pubblica non c’è
la devastazione ambientale si


Breve promemoria ad uso e consumo di cittadini ed amministratori (si spera) per mantenere, valorizzare e sviluppare le bellezze di Cisternino, della Valle d’Itria e dei nostri colli che vedono il mare.



Dopo molti anni è stato approvato il piano regolatore del comune di Cisternino e l’amministrazione si è data da fare tra il 2007 e il 2009 per illustrarlo organizzando incontri con i cittadini nelle più importanti contrade del comune. Si dirà una cosa buona che si cerchi d’informare tutti su quello che è stato deciso, che si accettino domande e chiarimenti.
Ebbene a volte troppa enfasi e disponibilità nel “chiarire” faceva nascere qualche sospetto, sarà che al solito si pensa sempre male e che dobbiamo uscire da preconcetti e qualunquismo tipo: piove governo ladro...quindi tutti ben disposti all’ascolto! Ma lentamente e inesorabilmente, i nodi venivano al pettine. Il “nodo” più grosso chiamato nuova Zona Industriale è stato per adesso accantonato grazie ad una sentenza del TAR su iniziativa di alcuni volenterosi ed encomiabili cittadini; quello più piccolo e bizzarro è l’obbligo di ristrutturare le architetture rurali, vedi trulli, usando la pietra di Trani e basta, dimenticando incredibilmente che esiste una pietra locale usata da secoli.
Confidando che si può rimediare più facilmente all’”obbligo di pietra” vorrei prendere in esame invece il progetto più antico ma non meno grave dal punto di vista economico e ambientale, ovvero la “Strada dei Colli”.
Diventata ormai famosa per gli abitanti di queste zone la suddetta strada è stata iniziata dall’amministrazione provinciale nel 1974 e avrebbe dovuto collegare Ostuni a Cisternino passando sul limite dell’altopiano affacciato sull’Adriatico, "i monti di Cisternino, obbedendo ad una politica di sviluppo totalmente opposta alle attuali esigenze e nuove direzioni di intervento che in più di trent’anni si sono delineate.
Infatti se trent’anni fa cementificazione, urbanizzazione scatenata, industrializzazione obbligata e assistita, sembravano l’unico modo di economia alternativa alla sempre meno renumerativa e “faticosa” agricoltura, nell’ultimo decennio la fortuna di questa terra e di tutta la Puglia è stata una progressiva riscoperta turistica grazie alla bellezza del paesaggio, da considerare al giorno d’oggi come bene di inestimabile valore, ad una importante ed unica architettura rurale come trulli, masserie, lamie, casedde e i particolari centri storici, il tutto relativamente ma miracolosamente preservato.
Di queste bellezze e peculiarità si sono accorti i numerosissimi cittadini adottivi della Valle d’Itria italiani e stranieri che da molti anni hanno scelto questi luoghi per riposo e vacanza o per stabile residenza valorizzando il territorio recuperando le architetture rurali, invece di abbatterle, impiantando attività, contribuendo di molto ad una riscoperta turistica e ad un progresso economico in una popolazione che ha sempre dovuto fare grandissimi sacrifici per costruire un avvenire ai propri figli, molte volte costretti ad emigrare.


Ebbene di ciò si sono certo accorti anche i "soliti ignoti" che per il guadagno personale mettono a rischio l’nteresse di tutti operando costantemente per rovinare bellezze e paesaggio continuando a pensare come 30 anni fa cioè strade, case, strade, case, villettopoli varie e chi più ne ha più ne metta. Essi aspettano ansiosi un altro varco di asfalto costruito a spese dei cittadini, vero cavallo di Troia mascherato da buone intenzioni, vera "catastrofe nucleare" per l'ambiente.
Essi dicono che l’attuale collegamento tra Ostuni e Cisternino è pericoloso e quindi ecco l’alternativa! Ma allora dovrebbero chiuderla l’attuale strada! Se è pericolosa lo sarà anche dopo o no? Da che mondo è mondo le opere pericolose vengono chiuse! Meglio sarebbe, più corretto ed economico mettere in sicurezza ciò che già esiste? Si vuol far passare come priorità pubblica uno scempio ambientale che al contrario toglierà valore al patrimonio immobiliare già esistente di tutta l’area e ridurrà l’attrattiva turistica. Chi affitterà o comprerà ad un giusto prezzo una casa vicina ad una strada larga 10 metri dove passano torpedoni, auto e moto rumorose e inquinanti? Ma quale Città Slow !!!
L’intrerruzione fortunosa della Strada dei Colli invece nel tempo si è trasformata in un vantaggio per tutta quella parte di territorio comunale verso i monti consentendo una relativa conservazione del paesaggio, ultima parte integra che andrebbe protetta ed eventualmente promossa turisticamente come area di interesse naturalistico, geologico, archeologico con percorsi segnalati e attrezzati.
Sarebbe giusto prendere ad esempio e molto vicino a Cisternino, dal nuovo Parco delle Dune Costiere e Torre San Leonardo in territorio di Ostuni, ottimo esempio di rivalutazione e protezione ambientale in armonia con i proprietari terrieri della zona certo non meno attenti allo sviluppo turistico ed economico di quella zona.
E andando più lontano, in questo mondo mediatico altrettanto vicino basta informarsi e studiare, guardare ad un altro esempio di sviluppo come per la frazione di Vauban di 5000 abitanti (come il paese di Cisternino escluso l'agro) vicino Friburgo in Germania che grazie ad una politica ambientale sostenibile ha visto migliorare la qualità della vità dei cittadini, triplicare il valore delle case, e trasformarsi anche in luogo di interesse turistico che non aveva mai conosciuto.
La Strada dei Colli sarà il nostro inutile, dispendiosissimo e devastante Ponte sullo Stretto.
Si vuol procedere a tutti i costi incuranti di sciupare terreni e ambiente con la frenesia di spendere più di 4 milioni di euro se basteranno. Ma siamo sicuri che i cittadini di Cisternino e Casalini non hanno altre priorità essenziali come fogmature, marciapiedi, corretta illuminazione, riassetto urbanistico, turismo ecosostenibile..? Siamo sicuri che la sfida futura di tutta la Valle d'Itria passi ancora dalla condizione di consumo indiscriminato del territorio, da atti di sviluppo miopi, politiche urbanistiche obsolete, da un pigro rifuggire le nuove idee e proposte che la tecnologia e la cultura mettono a disposizione oramai in ogni più remoto angolo del mondo?






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